Il Giro d’Italia è quasi in dirittura d’arrivo, eppure nessuno vuole darsi per vinto finché il traguardo dell’ultima tappa non è stato tagliato. La cronometro di Milano fa paura a molti, eppure quando si arriva ad Asiago il 27 maggio 2017 in molti pensano di poterla ribaltare.
I distacchi sono realmente risicati, ma soprattutto il giorno precedente a Piancavallo è arrivata la prima vera debacle di Tom Dumoulin (Sunweb). Dopo esser rimasto appiedato nella tappa di Bormio a causa di un problema intestinale, l’olandese non ha concesso nulla agli avversari in una terza settimana completamente all’insù, ma dedicata quasi esclusivamente ai fuggitivi.
Nessuno ha avuto veramente il coraggio di attaccare dopo il successo di Vincenzo Nibali (Bahrein-Merida) il giorno successivo a quello di riposo e la classifica è rimasta cristallizzata fino a Piancavallo quando il forcing di Franco Pellizzotti manda in crisi la “Farfalla di Maastricht” che cede la maglia rosa a Nairo Quintana (Movistar Team).

Il colombiano non sembra esser quello incontenibile del 2014, eppure la possibilità di presentarsi al via dell’ultimo tappone in rosa lo galvanizza. E’ consapevole che se vuol portarsi a casa il Trofeo Senza Fine deve staccare ulteriormente Dumoulin, altrimenti a cronometro potrebbe dover cedere nuovamente il simbolo del primato. In corsa c’è anche Nibali, sfiancato nella prima fase del Giro dalle pendenze del Blockhaus e dalla crono di Montefalco, ma apparso fra i più pimpanti nel momento decisivo.
Quando si parte da Pordenone tutti si aspettano una giornata campale, carica di attacchi, e in effetti il pubblico viene in parte soddisfatto con Dylan Teuns (BMC), Tom Jelte Slagter (Cannondale Drapac), Ladagnous Matthieu (FDJ), Dries Devenyns (QuickStep Floors), Maxim Belkov (Katusha Alpecin) e Filippo Pozzato (Wilier Triestina). I fuggitivi offrono spettacolo sul Muro di Ca’ del Poggio e guadagnano sino a sette minuti di vantaggio sul gruppo, tuttavia l’ascesa al Monte Grappa li riporta nei ranghi.
Gli unici a passare indenni sulla vetta tanto cara alla patria sono Devenyns e Teuns, mentre Ilnur Zakarin (Katusha Alpecin) prova a far saltare il banco sfruttando l’aiuto di Belkov e Robert Kiserlovski, tuttavia gli altri big non si fanno ingannare con Dumoulin che fatica a rimanere agganciato. Sull’ultimo gran premio della montagna di Foza ecco il momento più atteso: Nibali parte per due volte portando con sé Zakarin, Quintana, Domenico Pozzovivo Pozzovivo e Pinot.

Dietro Dumoulin arranca, motivo per cui lo Squalo dello Stretto si calma e si francobolla a Quintana, mentre Pozzovivo e Zakarin provano ad andarsene da soli. I fuggitivi vengono ripresi. Quando il duo sembra lanciato verso la vittoria, ecco il rientro di Quintana, Nibali e Pinot a dieci chilometri dal traguardo che iniziano a marcarsi e consentono a Dumoulin di ridurre il distacco. Il francese è il più veloce allo sprint e si porta a casa la tappa anticipando Zakarin e Nibali.
La classifica recita ora Quintana al comando con trentanove secondi sul siciliano e quarantatré sul francese, mentre Dumoulin crolla al quarto posto a cinquantatré dalla maglia rosa. Un distacco non sufficiente per rimanere al sicuro in vista della cronometro che potrebbe celebrare il primo vincitore dei Paesi Bassi.