Quando il Giro d’Italia torna sul Colle delle Finestre il 30 maggio 2015, la partita per la maglia rosa sembra ormai chiusa. Il giorno prima Fabio Aru ha fatto il diavolo a quattro a Cervinia vincendo la tappa e rafforzando la maglia bianca, ma tutto è sembrato come una gentile concessione di Alberto Contador (Tinkoff-Saxo), deciso a non spendere troppe energie in vista della parata finale di Milano.
Usare il condizionale è d’obbligo perché in casa Astana i piani sono ben diversi e il giovane sardo vuole dare battaglia sugli sterrati di quella salita così antica quanto pericolosa. La giornata è soleggiata, il ciottolato è ben compatto, eppure lo spazio per attaccare ce n’è parecchio, soprattutto da quando in casa Astana è tornato il sereno e Mikel Landa ha deciso di mettersi a disposizione del suo capitano.
Da Saint Vincent parte la tradizionale festa con Julien Berard (Ag2r-La Mondiale), Diego Ulissi (Lampre-Merida), Jon Izagirre (Movistar), Giacomo Berlato (Nippo Vini Fantini), Marco Bandiera (Androni-Sidermec), Nicola Boem (Bardiani CSF), Aleksejs Saramotins (Iam), Matteo Busato (Southeast) e Ilnur Zakarin (Katusha) che prendono il largo, a caccia di un ultimo momento di gloria prima del gran finale. Il più in forma è lo scalatore russo che, dopo aver vinto a Imola, vuole ripetersi tanto che, non appena la strada inizia ad andare all’insù, stacca tutti e si presenta verso il Colle delle Finestre in solitaria.

Proprio in quel frangente l’Astana scatena la sua offensiva mettendo alla guida del gruppo maglia rosa Tanel Kangert, in grado di imporre un ritmo forsennato al quale resistono i compagni di squadra Aru e Landa, il leader della generale Contador, Ryder Hesjedal (Cannondale-Garmin), Rigoberto Uran (Etixx-QuickStep) e Steven Kruijswijk (Team LottoNL-Jumbo).
Il colpo di scena arriva però a trentadue chilometri dall’arrivo quando, una volta spostatosi l’estone, attacca Landa che lascia sul posto un Contador in palese difficoltà. E’ il segnale per Aru che a due chilometri dal gran premio della montagna parte e si invola sul brecciolino passando al traguardo volante con trenta secondi dal tandem Landa-Zakarin e con oltre un minuto di vantaggio su Contador.
In discesa lo spagnolo si trova da solo e continua a perdere rispetto ai battistrada, con Aru che può sfruttare il lavoro di Kangert e rientrare sulla coppia al comando in vista del Sestriere insieme a Uran e Kruijswijk. Per Contador è l’ecatombe perché, nonostante cerchi di difendersi come può, a cinque chilometri dall’arrivo dista 1’19” dalla vetta.

Aru non si accontenta e a duemila metri dal traguardo parte secco e stacca tutti. Nessuno riesce a rispondere alla sua rasoiata che gli regala la seconda vittoria di tappa consecutiva e il sogno di ribaltare il Giro. Dietro arriva Hesjedal con diciotto secondi e Uran a ventiquattro, mentre Landa è quarto a trentaquattro. Contador arranca, ma non molla e chiude così con 2’25” di ritardo dall’avversario.
Il vantaggio accumulato nella tappa del Mortirolo, dove Aru è andato in crisi, è tale che gli basta per difendersi all’attacco dell’isolano e può così ipotecare il secondo Giro della sua carriera.