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Sport

Quando lo sport lascia una scia: un presidente riabbraccia un suo ex atleta NBA e lo aiuta a guarire. A volte succede…

Da Roberta Consorti 29/09/2020

Delonte West: da ex cestista dei Dallas a barbone. Il presidente dei Mavs, Marck Cuban corre in suo aiuto

Un cuore grande come il patrimonio di cui è proprietario. Questa è la morale della storia di Mark Cuban, imprenditore statunitense nonché presidente dei Dallas Mavericks, squadra NBA rilevata nel 2000, che è stato protagonista di un gesto davvero nobile. Semplicemente, incredibilmente,  ha salvato un su ex atleta,  Delonte West, ha incontrato appositamente l’ex giocatore dei Dallas in un’area di servizio della città texana, sapeva che stava male, gli ha parlato, ha capito che quell’essere umano soffriva sia fisicamente che mentalmente, si è sentito talmente partecipe che l’ha fatto ricoverare in clinica, impegnandosi a pagare le sue spese di degenza per curarsi dal bipolarismo.

Otto stagioni NBA alle spalle tra Boston Celtics, Cleveland Cavaliers e Dallas Mavericks e un passato di problemi personali che avevano chiuso la sua carriera ad alto livello, West  aveva lasciato il mondo del basket giocato nel 2015 dopo alcune esperienze tra G-League, CBA cinese e campionato venezuelano. L’ex giocatore, però, era stato più volte protagonista comportamenti discutibili per via di un  problema mentale mai curato fino in fondo, appunto il bipolarismo cronico che, negli anni, è diventato sempre più preoccupante. Come ben sapeva il suo ambiente del basket. Un problema talmente complesso che, da tempo, West viveva come un barbone ed elemosinando cibo e soldi per sopravvivere, attirando l’attenzione della polizia.

Già nel 2009, Delonte West era stato fermato dalla polizia stradale a Brandywine, Maryland. E, trovato  in possesso di diverse armi da fuoco  in una custodia per chitarra, l’allora giocatore dei Cavs era stato condannato per possesso d’armi irregolare alla libertà vigilata ed a 40 ore di servizio alla comunità e recupero psicologico. In tempi più recenti, anche nello scorso gennaio West aveva fatto parlare di sé per essere stato ammanettato sul ciglio di una strada per aver protestato troppo vivacemente  con gli agenti. Davanti a quella scena, un suo ex compagno di squadra del college a Saint Joseph’s Jameer Nelson, aveva chiesto pubblicamente aiuto per West e si era attivato per toglierlo dai guai.

Il problema è che Delonte si è sempre rifiutato di collaborare con chi come Nelson e la propria famiglia avevnoa a cuore la sua salute fisica e mentale, e ha sempre rifiutato il ricorso a strutture specializzate nel recupero di malattie mentali.

Stavolta, però, pare proprio che  l’ex giocatore abbia dato ascolto a Mark Cuban. Che, dopo aver incontrato Wwst, dopo avergli ripetutamente telefonato per fissargli  un appuntamento, ha preso in mano le redini della situazione, contattando immediatamente i famigliari di West e pagando per lui una camera d’albergo dove alloggiare. Pagherà anche tutte le cure, offrendogli  una possibilità di riscatto, per tornare a vivere una vita normale e dignitosa. Che sia d’esempio a tante altre persone facoltose, nel segno del messaggio che lo sport lascia un segno speciale nelle vite di chi lo pratica. Ch sia un atleta o un dirigente.

 

Foto: CNN

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Nota sull’autore: Roberta Consorti

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