Giusto una domenica di settantuno anni fa, il 5 maggio 1946, nasceva la Sisal, il concorso pronostici abbinato al calcio, frutto di un eclettico giornalista triestino, Massimo Della Pergola. Il papà della schedina, l’inventore dell’1-X-2, elaborò il suo progetto durante un soggiorno coatto, in un campo di lavoro in Svizzera in cui si ritrovò al culmine delle sue disgrazie, nel 1943. Un uomo non fortunato, Della Pergola, costretto già nel 1938 a lasciare La Gazzetta dello Sport, dove era vice-caporubrica del calcio, semplicemente perché ebreo, e perciò radiato dall’albo dei giornalisti, per mano ferma dei suoi aguzzini. Le leggi razziali, promulgate di lì a poco, lo costrinsero a lasciare l’Italia per finire, internato come miserando clandestino, in un campo di lavoro a Pont de la Morge, vicino a Sion, nel Vallese. Era il 1943, infuriava la guerra. Della Pergola aveva trentun anni e mille idee. Tra quelle la schedina del Totocalcio che in seguito ha fatto sognare tre generazioni di scommettitori, prima dell’avvento del Superenalotto e dalla moltitudine dei Grattaevinci che ne hanno decretato l’inevitabile declino. Una schedina che per sessant’anni ha finanziato l’intero sport italiano, visto che i miliardi in lire delle scommesse lo esentavano da contributi governativi, oggi più che mai risicati.
L’idea nacque nel 1943, la realizzazione tre anni dopo, a guerra conclusa, alla ripresa del campionato dei calcio. Rientrato a Milano, Della Pergola con i colleghi Fabio Jegher e Geo Molo fondò la SISAL (Società Italiana Sport A responsabilità Limitata) e ottenne dal CONI, dall’avvocato Giulio Onesti che ne era il commissario liquidatore, l’incarico di “attivare, organizzare e gestire” un concorso pronostici legato alle partite di calcio. Lui s’industriò, con profitto per gli altri.
Al debutto la schedina contemplava dodici partite più due di riserva, inserite per fronteggiare un incontro sospeso o rinviato. I pronostici riguardavano quattro partite della Divisione Nazionale (Inter-Juventus, Torino-Milan, Bari-Napoli e Pro Livorno-Roma), due della serie B Alta Italia (Padova-Vigevano, Cremonese-Alessandria), le altre sei di Coppa Alta Italia (Como-Genoa, Sampierdarenese-Sestrese, Legnano-Novara, Bologna-Piacenza, Cesena-Modena e Venezia Mantova). Le due partite di scorta erano Trento-Verona e Seregno-Biellese. Questa la sequenza dei segni – 11xxxxxx2111- che a fronte di una schedina che costava 30 lire fruttò al primo vincitore, Emilio Biasotti, milanese, un bel gruzzolo, 426.826 lire.
La novità non giovò a chi l’aveva inventata, reo di eccessivo ottimismo: Della Pergola fece stampare oltre cinque milioni di schedine, a fronte di sole 34mila giocate e quella montagna di tagliandi inutilizzabili finirono dai barbieri di tutta Italia che se ne servirono per pulire le lame dei rasoi durante le rasature. Un geniale ripiego, bastava ritirarle alle ricevitorie.
Ma il concorso andò presto a regime, la schiera dei giocatori s’infoltì, il sabato divenne un rituale per moltissimi, visto che il campionato di calcio si svolgeva solo di domenica, in contemporanea su tutti i campi, senza gli orari bislacchi di oggi e soprattutto senza lo “spezzatino”, l’odiosa spalmatura degli incontri su tre quattro giorni diversi, causa “inderogabili esigenze televisive”. All’ora di pranzo, nel pomeriggio, la sera. Come non piace a nessuno, ma tant’è: business is business.
Massimo Della Pergola non ebbe modo di godere di alcun vantaggio per la sua invenzione. Dopo soli due anni di attività, per scarsa managerialità si direbbe oggi, la sua SISAL fu costretta a cedere i diritti della schedina al Coni che fece nascere il Totocalcio. I tre soci – Della Pergola, Jegher e Molo – intentarono causa al Coni ma dovettero accontentarsi di gestire il Totip, l’analogo concorso pronostici abbinato alle corse dei cavalli, andato in pensione nel 2007 dopo 59 anni di attività. Non un risarcimento, quasi un’elemosina.
Massimo Della Pergola non si pianse addosso. Nel 1954, quarantaduenne, lasciò la Sisal e tornò alla sua grande passione, il giornalismo sportivo, mestiere che ha svolto nell’ombra ma con capacità: nel suo curriculum sostano undici Olimpiadi e altrettanti Mondiali di calcio di cui ha scritto, per numerose testate, sino agli anni Novanta. Dimenticato dai più, Della Pergola si è spento a 94 anni, nel 2006, felice di aver coltivato i sogni degli italiani e dimentico delle maledizioni lanciate alla Sisal da coloro che non avevano saputo reggere l’improvviso benessere di una vincita milionaria, alcuni finiti suicidi, altri in miseria.
Sergio Meda