Un giocatore dei Knicks è un terrorista e sarà raggiunto da un mandato d’arresto dell’Interpol? Mercoledi l’agenzia AssociatedPress, citando il giornale turco Sabah, ha azzardato che il governo di Ankara, stia preparando la richiesta di estradizione internazionale per il centro dei New York Knicks, Enes Kanter, accusandolo di far parte di una organizzazione terroristica, sulla base dei legami col predicatore Fethullah Gulen e le pubbliche critiche mosse al presidente RecepTayyip Erdogan. La risposta della star Knicks è arrivata su Twitter. “Il governo turco non può esibire alcuna prova per una mia condotta sbagliata. Negli Stati Uniti, non ho avuto nemmeno una multa per parcheggio vietato. Sono sempre stato un cittadino rispettoso della legge”. Con tanto di faccine di circostanze. E ha rilanciato il giallo legato alle dichiarazione del 5 gennaio del giocatore che aveva clamorosamente rinunciato alla convocazione per l’incontro di Londra contro i Washington Wizards di giovedì, adducendo come motivazione di temere per la sua vita. “Mi sono confrontato con la direzione tecnica dei Knickse ho deciso di non andare: c’è la possibilità che, una volta uscito dagli Stati Uniti, possa essere ucciso. Ho intenzione di rimane a casa ad allenarmi. E’ triste. Questa storia influenza anche la mia carriera. Voglio aiutare la mia squadra a vincere, ma a causa di un pazzo non posso nemmeno andare fin lì a fare il mio lavoro. A Londra ci sono un sacco di spie. Posso esser ucciso abbastanza facilmente”.
Il rapporto fra Kanter e il governo turco è sotto i riflettori dal 20 maggio 2017, quando, sempre su Twitter, il giocatore, nato in Svizzera da genitori turchi e di nazionalità turca, ha postato su Twitter un video nel quale denunciava di essere bloccato dalla polizia in un aeroporto romeno e chiamava Erdogan : “Hitler del nostro secolo”. Poi aveva raccontato: “E’ stato uno dei giorni più paurosi della mia vita, quello in cui ho capito che ero braccato da Erdogan. Mi trovavo in Indonesia per un camp di basket di bambini legato alla mia associazione di beneficienza. Il mio manager mi ha svegliato nel mezzo della notte per avvisarmi che la polizia locale era sulle mie tracce, come persona pericolosa, su indicazione del governo turco. Così, sono volato all’aeroporto ed ho preso il primo aereo per tornare negli Stati Uniti. A un certo punto del volo, mi hanno cancellato il passaporto e, quando ho fatt0o scalo a Bucarest, mi è stato detto che non potevo entrare nel paese. Non avevo bisogno di sapere che cosa stesse succedendo: mi trattenevano per quello che avevo dichiarato su Erdogan, temevo terribilmente che mi rispedissero in Turchia e non sapevo se potevo rientrare negli Statessenza passaporto. Fortunatamente, i senatori dell’Oklahoma, stato per il quale stavo giocando all’epoca, mi hanno aiutato a tornare in America. Dove ho scoperto che avevano emesso un mandato di arresto contro di me. Vorrebbero mettermi in prigione per quattro anni, solo perché sostengo un religioso che vive in esilio in Pennsylvania, ed è contro Erdogan ma non ha cercato di organizzare un colpo di stato come lo accusa la Turchia”.
Anche se l’ex giocatore dell’Nba, HedoTurkoglu, vicino invece ad Erdogan, si è schierato a favore degli organi governativi turchi ed ha risposto alle accuse di Kantersostenendo che in realtà il giocatore dei Knicksnon può muoversi liberamente fuori dagli Stati Uniti per via del passaporto nelle sue mani, che gli è stato appunto revocato dalle autorità del suo paese natale. E lo accusa di distorcere la realtà e di irrigidire così anche i rapporti fra Turchia e Gran Bretagna.
Kanter, 26 anni, centro di 2.11 per 113 chili,ha frequentato l’High School in America, ma ha iniziato la carriera professionistica in Turchia, col Fenerbahce e ha rappresentato il suo paese in campo internazionale, fino ad essere premiato come MVP (miglior giocatore) dell’Europeo Fiba under 18 del 2009, quand’ha portato la nazionale alla medaglia di bronzo.Nel 2011 è entrato nella NBA come terza scelta degli Utah Jazz, poi ha giocato con gli Oklahoma Cithy Thunder e dal 2017 coi Knicks.
*articolo ripreso da agi.it