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L’Olimpiade invernale 2026: Torino, Milano, o le Dolomiti? Comunque una occasione… a 5 Stelle!

Da Claudio Gregori 19/03/2018

I Giochi 2006 hanno rappresentato l’occasione di un grande rilancio per l’ex capitale sabauda, Milano è la candidatura economicamente più forte, le Dolomiti hanno tutto quello che serve… Occorre soprattutto un governo forte e stabile

Il sindaco di Torino Chiara Appendino alla fine ha dato il là ad uno studio sull’ipotesi di una candidatura olimpica per i Giochi Invernali del 2026. Una linea diversa da quella seguita da Virginia Raggi, che disse no alla candidatura di Roma ai Giochi Estivi del 2024. Il segno di una conversione dei 5 Stelle su posizioni più ragionevoli.

L’Olimpiade è una grande chance. Nel 2006 l’Olimpiade, proprio per Torino, ha rappresentato l’occasione di un grande rilancio. Per i Giochi la città ha cambiato pelle. Da vecchia capitale sabauda è diventata una metropoli elegante, dinamica, moderna.
Dopo aver buttato la grande chance di Roma 2024, l’Italia non deve perdere questa nuova possibilità. Forse oggi Virginia Raggi, col Movimento 5 Stelle al vertice, direbbe di sì alla candidatura di Roma. Ma il treno ormai è passato. I Giochi Estivi del 2024 si fanno a Parigi e quelli del 2028 a Los Angeles. Resta aperta la possibilità dei Giochi Invernali del 2026.
Sono tre le aspiranti italiane: Torino col Sestriere, Milano con la Valtellina, le Dolomiti nel triangolo Trento-Bolzano-Belluno.
La candidatura più forte – economicamente più forte – è quella di Milano, che può contare per lo sci alpino sulle eccellenti piste di Bormio e Santa Caterina di Valfurva, che potrebbe offrire San Siro per le cerimonie di apertura e chiusura.
Torino ha dalla sua l’eccellente prova dei Giochi del 2006. Il fatto di esser già stata sede dell’Olimpiade non è d’ostacolo: Innsbruck ospitò i Giochi a distanza di soli 12 anni (1964-76), St. Moritz proprio di venti anni (1928-48) e anche Lake Placid ha avuto il suo replay (1932-80).
Poi ci sono le Dolomiti. Non hanno una metropoli di riferimento, come Milano o Torino. E non hanno grandi sponsor politici.
Il presidente del Coni Malagò dovrà presentare solo una candidata italiana. La scelta della sede dei Giochi del 2026, poi, si farà nella sessione del Cio in programma a Milano nel settembre 2019. Ma bisogna costruire subito il progetto.
 Le rivali sono agguerrite: Graz in Austria, Sion in Svizzera, Sapporo in Giappone, Calgary in Canada, forte dell’esperienza del 1988, Stoccolma con Åre e Falun in Svezia. Salt Lake City, invece, ha rinunciato per puntare ai Giochi del 2032. Se Sapporo ha poche possibilità visto che i due Giochi precedenti sono in Asia, a Pyeongchang 2018 e Pechino 2022 e, per di più, i Giochi Estivi 2020 sono a Tokyo, Graz, Sion, Calgary e Stoccolma sono temibili.
Si parla di un’alleanza Milano-Torino, che non è affatto facile. Questo progetto di massima vedrebbe a Milano le cerimonie di apertura e chiusura (a San Siro), il pattinaggio di figure, il curling, un torneo di hockey; a Bormio sci alpino e snow-board. A Torino, all’Oval e al PalaAlpitour pattinaggio di velocità e un torneo di hockey, con il rilancio di Cesana e Pragelato per bob e salto. Il sindaco di Milano Sala, però, ha già detto che il Cio non vede di buon occhio la doppia sede. Il Sestriere non è disposto a cedere il passo a Bormio. E le distanze sono notevoli: da Torino a Bormio sono 330 km per 4 ore e mezza di viaggio.
Le Dolomiti, in verità, offrono di gran lunga l’ambiente più bello e questo conta, visto che i Giochi sono soprattutto un evento televisivo. Non solo: lì non c’è bisogno di costruire cattedrali nel deserto. Il progetto può essere a impatto zero. Le Dolomiti hanno tutto: piste, alberghi, impianti. Si pensi lo sci alpino femminile a Cortina, quello maschile in Val Gardena, col gigante sulla Gran Risa e lo slalom a Campiglio, il fondo in Val di Fiemme, collaudata ormai da tre campionati del mondo e teatro da 47 anni della Marcialonga. E, poi, biathlon ad Anterselva, salto e combinata a Predazzo, snowboard, skicross e freestyle a San Candido, hockey a Bolzano, pattinaggio di velocità a Baselga di Piné…
Per proporre, però, qualsiasi progetto l’Italia ha bisogno di una condizione: un governo stabile che ne sia il garante.
Claudio Gregori
(foto tratta da http://www.bellunesinelmondo.it)
Tags: clauido gregori, L’Olimpiade invernale 2026: Torino, Milano, o le Dolomiti? Comunque una occasione… a 5 Stelle!

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Nota sull’autore: Claudio Gregori

Inviato in 12 Olimpiadi, 27 Giri d'Italia e 3 Tour, più svariati campionati del mondo: 5 di calcio, 4 di atletica, 10 di nuoto, 11 di sci, 9 di ciclismo, 2 di scherma, 1 di ginnastica. È stato testimone anche della Caduta del Muro.

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