Era l’agosto 2022, quando nelle sale usciva “Bullet Train”, spassosissima commedia action diretta da David Leitch e con Brad Pitt nei panni del protagonista. Il film, ambientato a bordo di un bullet train o, per dirla alla giapponese, Shinkansen che sta percorrendo il tratto fra Tokyo e Kyoto, mette in scena un’intricatissima tela di imbrogli, vendette e furti in grado di coinvolgere cinque sicari le cui missioni sarebbero apparentemente slegate l’una dall’altra. Ecco, allo stato attuale, Ferrari e Red Bull non sfigurerebbero di certo nel ruolo di protagoniste della pellicola.
A Maranello hanno compiuto due settimane fa una sorta di delitto perfetto o, se preferite, di “Italian Job”, un “uno – due” sul circuito di Albert Park in grado di dare alla scuderia del Cavallino una propulsione nient’affatto dissimile da quella di un treno ad alta velocità. A Milton Keynes, invece, hanno dovuto fare i conti dopo tempo immemore con un beffardo sgambetto del destino, ossia il ritiro del cannibale Max Verstappen per un problema ai freni; si sono così leccati le ferite ed ora tutto lascia presagire che, nella terra dei samurai, possano sguainare la katana e consumare la loro vendetta in occasione del 38esimo GP nel Paese dei ciliegi in fiore, con prima storica apparizione datata 1987.
Su Ferrari grava un tabù da sfatare: la rossa non trionfa a Suzuka, circuito di proprietà Honda, da vent’anni esatti. Ultimo successo targato Michael Schumacher nel 2004, in una gara andata allora in scena nel periodo autunnale del mondiale a differenza di quella che si disputerà quest’anno. Da quei festeggiamenti sul podio in poi, Ferrari non è più riuscita a ripetersi in terra nipponica, anche se dal 2004 a oggi, in Giappone sono saltate le edizioni del 2020 e 2021, in entrambi i casi per l’emergenza pandemica. Tuttavia, dal 2005 in poi, la scuderia di Maranello ha ottenuto 9 podi e 2 pole position, con l’alloro del vincitore riservato sempre ed esclusivamente ad alfieri di altre scuderie.
In due occasioni, Fernando Alonso ha portato Renault sul gradino più alto del podio, e, a onor del vero, in uno di questi casi si era corso sul circuito del Fuji. In altri tre frangenti, anche qui suddivisi tra Suzuka e Fuji, sono stati invece Raikkonen, Hamilton e Button a regalare soddisfazioni alla McLaren, con i due team citati che non sono riusciti, salvo un’eccezione, a interrompere la diarchia Red Bull – Mercedes. Entrambe le scuderie condividono a quota sei il numero di vittorie dal 2005 in poi, con la squadra di Brackley risultata inavvicinabile dal 2014 al 2019. Quattro vittorie targate Lewis Hamilton nella sestina consecutiva Mercedes completata dai successi di Nico Rosberg (2016) e Valtteri Bottas
(2019). L’ultima edizione del GP nipponico, invece, ha regalato brividi a Max Verstappen e soprattutto grande gioia al team di Horner, laureatosi campione del mondo Costruttori proprio tra le diciotto, sinuose curve di Suzuka (5.807 chilometri totali), unico tracciato a forma di “otto” inserito nel calendario del circus.
Secondo le indiscrezioni provenienti dall’Inghilterra, Red Bull inaugurerà a Suzuka i sidepod che ricorderanno quelli che Mercedes non ha mai saputo far funzionare in passato. Tradotto: a scendere in pista sarà una monoposto dalle pance ridotte ai minimi termini. Soluzioni già esplorate da Adrian Newey, abile ad esaminare le soluzioni adottate da Ferrari e Mercedes, che poi hanno in tempi diversi abiurato i loro progetti iniziali. Progetti che Newey ora cerca di far funzionare: sarebbe la sua ennesima vittoria. Suzuka, a livello tecnico, va ad esaltare nel corso dei suoi 53 giri l’efficienza aerodinamica delle vetture. Il tracciato presenta dei dislivelli altimetrici ed offre zone ad alta velocità alternate a settori complessi da affrontare, basti citare la chicane che immette sul rettilineo finale.
Verstappen, a cui sono state chieste conferme sugli eventuali aggiornamenti della RB20, ha risposto: “Beh, il colore sarà lo stesso, ma vedrete…“, queste le parole riportate da PlanetF1. Poi, concentrandosi sulla gara di domenica, ha dichiarato alla stampa: “Finora è andata bene, ma naturalmente ognuno ha caratteristiche diverse nelle proprie auto, quindi non è scontato che saremo davvero competitivi come l’anno scorso. Sono entusiasta, è una pista che mi piace molto. So di avere fiducia nella macchina, mi sento bene. Non avremmo dovuto essere in pole a Melbourne, ma i giri che abbiamo fatto sono stati davvero buoni. Quindi voglio solo fare di nuovo un buon weekend e sentirmi bene con la macchina”.
“Suzuka è sempre un circuito fantastico su cui correre – ha proseguito l’olandese – come squadra abbiamo impressi molti ricordi speciali qui nel corso degli anni, tra cui la vittoria del Campionato Costruttori dello scorso anno e la mia seconda vittoria nel Campionato Piloti nel 2022. L’ultima gara a Melbourne è stata sfortunata e sono cose che capitano, arrivavamo da nove vittorie consecutive, una striscia ragguardevole. Il team è fiducioso per Suzuka: è un circuito iconico ed è sempre divertente guidarci. La pista presenta molte curve ad alta velocità e un elevato degrado e dobbiamo assicurarci di ottimizzare le nostre prestazioni dove possibile, soprattutto con la pioggia prevista per questo fine settimana. Non vedo l’ora di tornare in macchina e di essere pronto a lottare per la vittoria questo fine settimana”.
Dall’altra parte della barricata, Fred Vasseur ha scelto di non nascondersi nel corso della presentazione della tappa nipponica. A Maranello traspare soprattutto la curiosità di voler capire se davvero Ferrari può essere in grado di impensierire le due RB20 su qualsiasi tipo di tracciato. “Andiamo in Giappone sull’onda dell’entusiasmo per la doppietta conseguita in Australia” – ha dichiarato il team principal transalpino – “le sensazioni uniche legate alla vittoria ci spingono a impegnarci ancora di più per cercare di riassaporarle il prima possibile. La pista di Suzuka costituisce un banco di prova particolarmente impegnativo per le vetture così come per i piloti, che infatti la amano. Noi crediamo di avere un pacchetto competitivo ma sappiamo anche che per riuscire a battere i nostri rivali bisogna essere perfetti. Come sempre in Giappone, e quest’anno anche di più dal momento che per la prima volta corriamo a Suzuka a inizio primavera, le condizioni meteo potrebbero fare la differenza, ma ci siamo preparati bene a casa e siamo determinati a giocarci le nostre carte”. Una dichiarazione d’intenti che dovrà essere confermata dalla pista, a partire dalla prove libere del venerdì.
Insomma, poche certezze e tanto mistero per un weekend che vedrà i piloti darsi battaglia ammantati dallo spirito degli antichi samurai. Presto, ai proclami della vigilia faranno seguito i fatti, gli unici in
grado di dare un taglio netto a suggestioni, previsioni, illusioni. Netto quanto un colpo ben assestato di katana.